Alcuni sostengono che la sifilide, forse la più nota tra le malattie trasmesse sessualmente, si contragga anche senza rapporti sessuali. Vero o falso? Risponde il dottor Andrea Russo, urologo direttore del Centro di Urologia Avanzata, con sede a Milano e Saronno.
VERO. «La sifilide – spiega il dottor Andrea Russo, urologo e direttore di C.U.R.A. – Centro di Urologia Avanzata – è una delle più importanti malattie sessualmente trasmissibili. Colpisce più frequentemente gli uomini ed è causata da un batterio che contagia facilmente attraverso le mucose dei genitali e della bocca. La trasmissione, tuttavia, non avviene soltanto per via sessuale e non sono nemmeno necessari rapporti sessuali completi. L’infezione, infatti, può essere contratta anche con il petting, cioè con il solo contatto fra genitali, o con lo scambio di strumenti sessuali contaminati, come i sex toys. Esiste poi anche il contagio per via del tutto non-sessuale – continua lo specialista – per contatto diretto con ferite o ulcere di pelle e mucose che si possono formare nelle zone dove di solito si manifesta la malattia, ovvero genitali, ano, bocca, gola. Non bisogna dimenticare infine che la sifilide, anche se ormai raramente, si può trasmettere anche attraverso le trasfusioni di sangue. Diversa invece la sifilide congenita, in cui il passaggio avviene per via transplacentare dalla madre infetta al nascituro».
La sifilide è una malattia complessa che può portare a complicanze gravi come cardiopatie e disturbi neurologici, fino al decesso. Se non trattata, il decorso attraversa quattro stadi: sifilide primaria, sifilide secondaria, sifilide latente, sifilide terziaria. «La fase primaria della sifilide – afferma il direttore del Centro di Urologia Avanzata – si manifesta dopo circa 3-4 settimane dal contagio: compare una lesione papulosa localizzata, rosacea, circolare e a margini netti nel punto in cui il batterio è entrato in contatto con il soggetto. Nell’uomo di solito la sifilide è localizzata su scroto, solco balano-prepuziale, sbocco dell’uretra sul pene e regione intorno all’ano. Nell’arco di 2-6 settimane dai sintomi della sifilide primaria, se non interviene un trattamento, la malattia evolve nella fase secondaria. In questo stadio l’infezione è caratterizzata da un’eruzione con macchie diffusa in una o più zone del corpo, e da rigonfiamento dei linfonodi». Si può assistere alla comparsa di screpolature rotonde sui palmi delle mani e le piante dei piedi, oppure alla comparsa di macchioline rosa su tronco e arti. A questi, si possono accompagnare anche sintomi che ricordano quelli dell’influenza, come febbre, astenia, cefalea, dolori muscolari e una generale sensazione di malessere. «Dopo la fase secondaria – dice il dottor Russo – vi è un lungo periodo di latenza di mesi o anni, senza nessun sintomo evidente. Il sistema immunitario, infatti, interviene per tenere sotto controllo l’infezione. Tuttavia, a distanza di molto tempo, in circa un terzo dei casi, si ha un’ulteriore evoluzione della malattia alla sifilide terziaria. In questo stadio, si formano noduli indolori sulla pelle o a livello degli organi interni, come cuore, polmoni, fegato, cervello, ossa e articolazioni che possono provocare danni permanenti e compromettere gravemente l’organismo, con graduale cecità, demenza, incapacità di controllare i movimenti muscolari e paralisi progressiva. Nei casi più gravi si può arrivare al decesso del paziente».
Una diagnosi tempestiva consente la regressione delle lesioni e di evitare che la malattie evolva. «Il trattamento per la sifilide prevede la somministrazione di penicillina con iniezioni – aggiunge il dottor Russo, direttore del Centro di Urologia Avanzata -. In caso di allergia alla penicillina, si può ricorrere anche a doxiciclina e tetraciclina. Durante il trattamento, inoltre, è fortemente consigliata l’astensione dai rapporti sessuali. Tuttavia, evitare la sifilide si può, così come tutte le malattie sessualmente trasmissibili limitando il numero di partner occasionali e ricorrendo sempre al preservativo che – conclude l’esperto – deve essere utilizzato in modo corretto dall’inizio alla fine del rapporto sessuale».
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