Anche se gli uomini sono meno esposti delle donne al rischio di cistite, superati i 50 anni di età possono presentarsi patologie che ne predispongono l’insorgenza, come l’ipertrofia prostatica benigna e la prostatite. Ne abbiamo parlato con il dottor Andrea Russo, urologo e direttore del Centro di Urologia Avanzata, con sede a Milano e Saronno.
Dopo i 50-60 anni, negli uomini aumenta l’incidenza della cistite, a causa di situazioni che ne possono predisporre l’insorgenza, come problemi ostruttivi e ipertrofia prostatica benigna. Queste due condizioni possono portare a batteriuria, cioè alla presenza di batteri nelle urine, e a sintomi come l’incompleto svuotamento della vescica. «La cistite – spiega il dottor Andrea Russo, urologo e direttore del Centro di Urologia Avanzata, con sede a Milano e Saronno – presenta sintomi quali irregolarità dello svuotamento vescicale, irritazione della vescica, aumentata frequenza della minzione, nicturia, cioè necessità di urinare nelle ore notturne. Possono, inoltre, manifestarsi febbre e dolore lombare. Quest’ultimo sintomo, in particolare, deve essere valutato attentamente poiché potrebbe essere indice di una possibile complicazione della cistite in pielonefrite, ovvero l’infiammazione della pelvi renale e del rene, che richiede l’immediato accesso al Pronto Soccorso».
Per poter adottare la terapia più efficace, in caso di cistite è necessaria l’ecografia, l’esplorazione rettale e un esame colturale delle urine e dello sperma per scegliere la terapia antibiotica. «La cistite – continua il dottor Andrea Russo – può essere episodica o ricorrente. La presenza sistematica di batteri nelle urine può rendere necessario un intervento disostruttivo che, in caso di grosso residuo urinario e urinocoltura positiva, viene effettuato con il laser prostatico. L’uroflussometria può rivelare se sia presente un’ostruzione e, dunque, se il paziente è predisposto a una futura recidiva».
Se si verifica un’infezione del tratto urinario in giovane età, è possibile che si tratti di una prostatite o di un’infezione trasmessa sessualmente. «In questi casi – precisa il direttore del Centro di Urologia Avanzata – sono necessarie indagini approfondite con l’esame delle urine, la spermiocoltura, il test di Stamey e il tampone uretrale. In determinate situazioni, inoltre, può essere utile verificare la presenza di clamidia, trichomonas e micoplasma con altri approfondimenti diagnostici. La presenza di sangue nelle urine è un altro dei possibili sintomi della cistite, ma bisogna escludere la presenza di tumore vescicale. Tuttavia, le infezioni urinarie possono manifestarsi anche con epididimiti, calcolosi urinaria complicata o fimosi serrate del prepuzio. È importante, quindi, rivolgersi a uno specialista quando si verificano i primi disturbi, per poter accertare la presenza di una patologia e, se necessario, intervenire tempestivamente con la terapia più adeguata».