Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, più di 500 milioni di persone nel mondo sono affette da Herpes genitale causato dal virus dell’Herpes Simplex. Negli ultimi anni sono aumentati i nuovi casi di malattie a trasmissione sessuale, complice la disinformazione e comportamenti sessuali liberi, uniti al mancato utilizzo di forme di protezione. L’infezione da Herpes Simplex si manifesta nella zona dei genitali, con piccole vescicole che di solito regrediscono da sole nel giro di una o due settimane. «Nel caso di Herpes genitale – spiega il dottor Andrea Russo, urologo direttore del Centro di Urologia Avanzata – i sintomi possono essere molto fastidiosi. Nell’uomo, l’Herpes genitale può colpire lo scroto e la punta del pene, mentre nella donna le zone a rischio sono vulva, vagina e collo dell’utero, mentre in entrambi i sessi può colpire uretra, zona anale e perianale».
L’Herpes genitale è un virus che si trasmette per via sessuale. La prevenzione più efficace è praticare rapporti sessuali protetti o astenersi nel caso si sia già contratto il virus. «L’Herpes virus si trasmette più facilmente dall’uomo alla donna – sottolinea il dottor Russo – talvolta con sintomi non evidenti. Questo aumenta il rischio che il virus possa essere trasmesso ad altri partner sessuali. L’infezione però può insorgere anche a causa di un sistema immunitario debole, come nel caso di persone in terapia con farmaci immunosoppressori, stress o altre malattie».
Uno specialista può accertare un’infezione da Herpes genitale con una semplice visita, ma si possono eseguire altri accertamenti come l’esame citologico che analizza le cellule delle vescicole o cercando gli anticorpi specifici nel sangue per verificare la presenza del virus.
«La terapia per l’Herpes genitale prevede sia cure locali che sistemiche. Localmente si possono utilizzare creme antierpetiche, ma nelle donne questa terapia non è utile per il trattamento di zone come la vagina o il collo dell’utero. La terapia sistemica – conclude lo specialista – prevede invece la somministrazione di un farmaco antivirale tipo Aciclovir che permette di ridurre i sintomi, ma non previene le eventuali recidive».